La salute mentale non è una questione sanitaria
Perché un’Assemblea Cittadina per parlare di salute mentale
Le ragioni sono state richiamate in apertura dell’Assemblea cittadina di Lodi dello sorso 8 giugno dallo stesso Don Virginio Colmegna: la salute mentale è un bene comune. Non una questione sanitaria, ma la condizione indispensabile per il benessere di ognuno. Richiede la centralità del servizio sanitario pubblico ma, soprattutto, una trasformazione culturale e un cambio di paradigma.
La cornice dell’Assemblea cittadina di Lodi rientra nell’azione promossa da Casa della carità per la Campagna per la salute mentale presieduta da Don Virginio Colmegna, in collaborazione con sei capoluoghi di provincia lombardi tra cui Lodi. È stato un momento di confronto importante. Occasione per:
- rilanciare l’importanza della salute mentale come tema che riguarda la vita di ogni persona
- stimolare l’attenzione su alcune questioni determinanti per riportarla al centro di un dibattito comunitario
- condividere alcune proposte
Chiunque lo desideri trova qui la registrazione della prima Assemblea Cittadina lodigiana sul tema della salute mentale. Per approfondire gli interventi preordinati di cui proponiamo una sintesi, ma anche per ascoltare i contributi arrivati dal pubblico.
Occorre una nuova narrazione della salute mentale
A partire dal ruolo dei Dipartimenti di Salute Mentale e Dipendenze e della psichiatria, a 45 anni dalla così detta Legge Basaglia, non più al centro dell’attenzione. Il richiamo proviene dal Dott. Giancarlo Cerveri, direttore della struttura. Di salute mentale si è cessato di parlare e questo ha innescato una serie di conseguenze a cascata a cui occorre porre rimedio riportando il tema della salute mentale alla sua originaria dimensione comunitaria.
In questa direzione, prosegue Paola Arghenini di Caritas Lodigiana, è urgente considerare la persona a partire dalla specificità e complessità della sua storia. Non solo dal punto di vista sanitario.
Occorre costruire reti di relazioni e una proposta di formazione comune. Fondata su tutti i determinanti della salute e pensata per chiunque voglia fare della cura dell’Altro la propria professione o missione. Figure nuove e più adatte alle esigenze attuali, capaci di operare con un approccio olistico e multidisciplinare.
La multidimensionalità dello sguardo necessario a costruire una nuova narrazione non può evitare di posarsi sulle carceri, sulle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) e sulle persone in questi luoghi trattenute.
Ne hanno parlato Mara Valtorta e Francesca Panella, volontarie di volontarie di Loscarcere Lodi e le loro voci hanno descritto una situazione allarmante. Luoghi in cui sofferenza e isolamento si scontrano con l’incapacità del sistema di dare risposte adeguate. Contesti che devono interrogarci in merito all’efficacia dell’azione riabilitativa che sono chiamati a svolgere.
Riparte da qui la seconda parte degli interventi preordinati. Dalle ripetute indicazioni sulla complessità, trasversalità e crescita delle richieste di salute mentale. Per questi motivi, da considerare non una questione sanitaria ma la condizione necessaria al benessere della persona.
Anna Garbelli, presidente di Curiosamente APS ne parla come questioni che oggi possono essere affrontate solo lavorando insieme e mettendo a profitto tutte le risorse del territorio. La valorizzazione e il riconoscimento del ruolo di Associazioni, famigliari e utenti rientrano a pieno titolo nel cambio di paradigma invocato da Don Virginio Colmegna.
Figure esperte per esperienza e per questo risorse importanti nelle azioni di sostegno alle persone con disagio mentale e alle loro famiglie e di prevenzione.
La scuola è un’altra di queste risorse e ha un ruolo chiave nella promozione della salute mentale. A partire dalla prevenzione degli atteggiamenti di bullismo, come racconta la vice presidene di Il Magnete APS Letizia Persico Mollica.
È fondamentale educare i bambini e i ragazzi a riconoscere e gestire le emozioni, a costruire relazioni sane e a rispettare le diversità.
Chiunque abbia un ruolo di “adulto educante”, a scuola e non solo in famiglia, deve interrogarsi continuamente sul suo compito. Con riguardo al momento specifico e agli obiettivi di istruzione e civici che vuole raggiungere. Ricordandosi che la scuola è il primo luogo di sperimentazione delle relazioni.
Il cambio di paradigma riguarda anche il tema della disabilità. Il decreto legislativo 62/2024 usa la parola per indicare tutte le situazioni di perdurante deficit di abilità, incluso quello mentale. Per molti di noi, ancora troppo spesso, termine per indicare la sola condizione delle persone con disabilità motoria e quella dei loro caregiver familiari.
La situazione è stata ben descritta da Giovanni Barin, vice presidente di Genitori Tosti in Tutti i Posti APS. Persone che conducono una vita di grande sofferenza e sacrificio per mancanza di alternative e ancora aspettano dallo Stato italiano un riconoscimento concreto e un sostegno adeguato.
In conclusione
La salute mentale è un tema complesso e trasversale che richiede l’impegno di tutta la società.
L’eredità di Basaglia ci ricorda che è anche un diritto fondamentale in quanto riguarda l’esistenza della persona. Il suo modo particolare di voler abitare il mondo e le relazioni.
Per questi motivi ci piace pensare che l’Assemblea cittadina di Lodi sia stato il primo passo per riaccendere i riflettori su questo tema cruciale.
L’occasione per costruire un primo intreccio di fili. Rete di relazioni capace di generare un pensiero comune per un bene comune. Un percorso di comunità, alleanze e lavoro sinergico al servizio e nel rispetto della libertà della persona e non al suo controllo.
Nel tempo, una società più inclusiva e solidale.