L’Okapi venne scoperto nel 1901, da una tribù africana di pigmei. Ne parlavano come di un animale simile a un cavallo, in parte giraffa
Come l’okapi
L’okapi venne scoperto nel 1901, da una tribù africana di pigmei. Ne parlavano come di un animale simile a un cavallo, in parte giraffa e in parte zebra.
Il comportamento è il suo tratto distintivo; talmente particolare che, ancora oggi, l’okapi rappresenta uno dei principali misteri zoologici dell’Africa.
Era sembrato la metafora ideale per rappresentare, in un’immagine, il significato profondo delle parole inclusione e integrazione di cui il progetto doveva raccontare.
un animale simile a un cavallo, in parte giraffa e in parte zebra
uno dei principali misteri zoologici dell’Africa
metafora ideale per rappresentare in un’immagine il significato profondo delle parole inclusione e integrazione
Il progetto è stato finanziato da Agenzia Italia Cooperazione e Sviluppo per favorire il dialogo e superare l’omologazione. A Lodi, l’abbiamo realizzato come partner di Movimento Lotta alla Fame nel Mondo e Caritas Lodigiana, con la partecipazione di tre scuole medie (Diocesana, Spezzaferri e Don Milani) per un totale di cinque classi e circa centocinquanta alunni.
Insieme abbiamo contribuito alla realizzazione di due percorsi didattici sull’inclusione sociale,e curato la produzione artistica di qualche centinaio di formelle, metafora del tema trattato.
Con le formelle realizzate e le magliette disegnate da alcuni bambini dell’asilo, abbiamo allestito la mostra collettiva “Come l’Okapi”, nello spazio Bipielle Arte di Fondazione Banca Popolare di Lodi.
Il progetto ha raccontato il valore della diversità come esperienza e riconoscimento di un “nuovo” che non sarebbe tale se non includesse parti diverse da sé.