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Anna

Foto di gruppo d una giornata particolare a fara Gera d'Adda. Da sinistra a destra: Augusto Monaldi, Anna Garbelli, il Sig. Fabrizio Spada, Genny Zambelli e Giacomo Dotti. Ognuno dei tre artisti mostra l'opera che il Sig Spada ha acquistato

Una giornata particolare a Fara Gera d’Adda

Una giornata particolare a Fara Gera d’Adda 1280 714 Anna

Il gruppo di Artisti Irregolari formato da Giacomo Dotti, Augusto Monaldi e Genny Zambelli ricorderà il Sabato mattina del 30 novembre 2024 come una giornata particolare. L’occasione in cui la loro arte ha incrociato, in modo del tutto casuale, l’interesse di una persona fino a quel momento sconosciuta.

Foto dell'olio su tela di Giacomo Dotti dal titolo Uomo con carretto del 2016. Esposto in occasione della mostra La salute della mente nei luoghi della città presso il Teatro alle Vigne di LodiTutto inizia una sera di ottobre, per la precisione martedì 8 ottobre, in occasione della rappresentazione teatrale Habibi di Stefania Zitto e Riccardo Meroni al Teatro alle vigne di Lodi. Giorno di inaugurazione dell’XI^ edizione lodigiana di Caleidoscopio fest, i colori della mente dal titolo Abitare la persona e, parallelamente, della mostra La salute della mente nei luoghi della città  (da sinistra a destra due miniature delle tele esposte, rispettivamente di G. Dotti e G. Zambelli).
Olio su tela di Genny Zambelli del 2014. In mostra presso il teatro alle Vigne di Lodi in occasione dell'evento La salute della mente nei luoghi della cittàDue eventi che parlavano di comunicazione. Da un lato, la frequente difficoltà, messa in scena da Habibi,  di disfarci dei nostri pregiudizi e di stare nella relazione con l’Altro attraverso una parola dialogante. Dall’altro, la potenza evocativa di una parola che dice e racconta attraverso il segno artistico quello che farebbe fatica a comunicare con la voce.

Fabrizio Spada lo avevamo incontrato a fine spettacolo, mentre si aggirava interessato nello spazio della mostra. Lo avevamo accompagnato in un giro di esplorazione del profilo dei diversi artisti e dei tratti distintivi della loro arte. Tre in particolare le opere che lo avevano colpito:

Acquerello di Giacomo Dotti, 2015, arte outsider. Raffigura una figura femminile seduta su una spiaggia, vicino al mare, tra due cactus imponenti.La signora sulla spiaggia, acquerello di Giacomo Dotti, per l’incisività del tratto e del colore. Dotti è stato il portavoce dell’arte outsider all’interno del gruppo Artisti Irregolari di Curiosamente.

Della sua identità di artista dice <<piuttosto invasato e non riflessivo, dipingo come intendo io … sono un fantasista, uso l’arte per liberare l’istinto>>.

 

ViBe, gessetto di Augusto Monaldi, per le trasparenze Vibe, dipinto a gessetto di Augusto Monaldi, 2019, arte libera. Sono rappresentate due figure in bicicletta. L'allievo davanti al maestro, riconoscibile dalla barbaemergenti dal monocromatismo del grigio. 

Del gessetto dice <<da vita a simboli e immagini che emergono solo a un’osservazione attenta. Il gessetto è ricco di sfumature, è tridimensionale>>.

 

Vetrina senza specchio, acquerello di Genny Zambelli, 2019, arte libera. Rappresenta tre manichini femminili su uno sfondo grigio.Vetrina senza specchio, acquerello di Genny Zambelli, per la forza dello sfondo sulle figure in primo piano.

Disegnare è la forma di espressione che Zambelli preferisce usare per parlare delle sue emozioni e dei suoi pensieri. La persona, le donne in particolare, sono soggetti che la attraggono da sempre. Unitamente ai paesaggi inventanti, ai gatti e alle ballerine …

Era l’8 di ottobre e ci eravamo lasciati con il proposito di risentirci una volta smantellata la mostra e con il pensiero che aveva lasciato sul quaderno a disposizione di chi voleva condividere il suo sentire, <<magia della visione non più offuscata dal pensiero, ma generata dall’emozione>>.

Sabato 30 novembre Fabrizio e Annalisa ci hanno accolto nella loro casa, a Fara Gera d’Adda. Tutti/tutte intorno al lungo tavolo dell’ampia cucina, con tazza di caffè o tè in mano e un cabaret di fantastici pasticcini.

Non so se è stato questo o la naturalezza e il calore da vecchi amici con cui ci hanno accolto o ancora il fuoco della stufa o tutte queste cose insieme. Sta di fatto che ognuno ha raccontato la sua storia e quelle delle persone che hanno lasciato impronte indelebili sul loro cammino. 

Augusto si è infiammato quando il discorso è caduto su biciclette e bikers, felice di ricevere in dono il libro France vélo scritto da Fabrizio. E io ho ancora davanti agli occhi il sorriso radioso di Genny di fronte alla precisione dell’osservazione di Fabrizio sul ruolo dello sfondo nel suo acquerello.

Fabrizio ha condiviso con noi quadri e disegni che formano la sua collezione artistica guidandoci da una stanza all’altra della sua casa. Alla fine, foto ricordo di rito! Foto di gruppo: da sinistra a destra: Augusto Monaldi, il Sig. Fabrizio Spada, Genny Zambelli e Giacomo Dotti. Ognuno dei tre artisti mostra l'opera che il Sig Spada ha scquistato

La foto ritrae il Sig. Spada Fabrizio mentre esamina il gessetto realizzato dall'artista Augusto Monaldi che gli è a fianco

 

 

 

 

 

Quando ci siamo lasciati i disegni erano ormai di proprietà di Fabrizio Spada La foto mostra le opere dei tre artisti appese nello studio di Fabrizio. Il suo posto specialementre gli Artisti Irregolari hanno goduto della soddisfazione di vedere premiata economicamente e con generosità la loro creatività.

La giornata particolare è stata, per tutti noi, l’esperienza di un incontro gentile, tra persone desiderose di conoscersi.

Manterremo viva l’amicizia con Fabrizio. Ai nastri di partenza, una mostra a Fara Gera d’Adda e noi saremo pronti!

   Anna Garbelli

                                            

L'immagine annuncia l'avvio di Caleidoscopio Fest che torna a Lodi con XI^ edizione dal titolo Abitare la persona

Caleidoscopio Fest 2024

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Caleidoscopio Fest 2024

Abitare la persona

Caleidoscopio Fest torna a Lodi con una edizione focalizzata sul ruolo della persona nella relazione di cura. Immagine del cavallo simbolo dell'abbattimento del muro del manicomio San Giovanni di Trieste. Il suo nome è Marco Cavallo e dal 2024 è anche portavoce della legge 180 come bene comuneOccasione per ragionare sui significati di alcune parole e ritrovare in esse il perché del pensiero di Franco Basaglia e della sua attualità. Al nostro fianco,  Marco Cavallo. Simbolo della chiusura dei manicomi e della campagna #180benecomune di cui condividiamo i valori fondativi. 

Se pensiamo alla parola abitare, viene spontaneo associarla alla casa. A quel luogo di amore, affetto, comprensione e cura che ognuno dovrebbe avere come riferimento e non sempre coincide con la casa in cui viviamo fisicamente. Più spesso, è il luogo di un tempo passato in cui abbiamo provato amore, affetto, comprensione e cura.

La casa dove siamo divenuti le persone che siamo, perché incoraggiati a scoprire e sostenuti nel desiderio di rischiare. Esseri complessi, capaci di indossare i panni di personaggi diversi fino al punto di confonderci con essi.

Abitare la persona ha quindi a che fare con la disponibilità a incontrare un Altro da sé, come noi somma di molteplici dimensioni. Tutte indispensabili a ricostruire la storia da cui proveniamo.

Per abitare la persona dobbiamo entrare nella sua casa interiore. Incontrare emozioni, paure, dubbi e certezze che sono espressione del suo essere singolare. Dobbiamo imparare a condividere con altri quello che Valerio Magrelli ha definito il “condominio di carne”.

Scarica il programma  e prenota la tua partecipazione agli eventi sotto elencati:

8 ottobre –  Habibi | spettacolo teatrale con la regia di Stefania Zitto                                                                           [in biglietteria da lunedì al venerdì dalle 16:30 alle 18:30 – il giorno 8 ottobre dalle ore 20:00]

10 ottobre –  L’arte di restare umani  | Evento accreditato professioni sanitarie e sociali

Anche in diretta streaming per partecipanti senza crediti formativi.

10 ottobre – Kripton,  docufilm di Francesco Munzi 

11 ottobre –  I confini della cura, I Evento accreditato professioni sanitarie e sociali

12 ottobre –  Basaglia e le sfide del presente, Incontro aperto al pubblico con Paolo Francesco Peloso, Giancarlo Cerveri e Daniela Candeloro Dirigente medico Unità Operativa Neuro-psichiatria infantile e adolescenza – ASST Lodi

Immagine Jpeg con i logo di tutti gli enti coinvolti nella realizzazione dell'XI^ edizione di Caleidoscopio Fest

 

Immagine copertina Caleidoscopio Fest 2023

Caleidoscopio Fest 2023

È tutto un equilibrio sopra la follia

La condizione di equilibrio è tema comune a differenti “saperi”. Parliamo di equilibrio chimico, termico, di mercato, di Cournot.  Ci sono però anche l’equilibrio di Nash e quello di dinamico di Piaget

Il tema della decima edizione di Caleidoscopio fest, i colori della mente affronta il tema dell’equilibrio dal punto di vista esistenziale. Del vivere sentendosi vivi. Nonostante le difficoltà indotte da situazioni di disturbo mentale.

In questo caso, la condizione di equilibrio è anche una questione di diritti. Non solo alla salute intesa come assenza di malattia ma anche e soprattutto come diritto ad esistere.

La condizione di equilibrio è un punto di armonia e di sospensione tra due estremi che invece inevitabilmente provocano sbilanciamenti e tensioni.

È così nelle relazioni: nel loro oscillare tra antipatie e simpatie, tra amori passionali e rancori distruttivi.  E così per la salute: nel suo andare e venire, in modi e forme a volte già noti e in altre no o del tutto inattesi. È così per le questioni di diritto: in bilico tra lecito e illecito, giusto e sbagliato, consentito e vietato, corretto e scorretto, stabilito per legge o dagli usi.

Ecco che la salute mentale, indicata dall’organizzazione Mondiale della Sanità come condizione di equilibrio psicofisico, diventa espressione concreta di un pensiero di cura in senso ampio. Sprone di atteggiamenti inclini

  • a osservare e ascoltare in modo attivo ogni persona affidata alle nostre cure
  • a educare l’Altro a riconoscersi anche attraverso ciò che lo fa sentire bene o male

Poco importa quanto tempo dura. In quanto punto di armonia e sospensione, la condizione di equilibrio psicofisico può anche essere la piattaforma da cui ripartire dopo aver preso fiato.

Forse la vita non è stata tutta persa
Forse qualcosa s’è salvato
Forse davvero non è stato poi tutto sbagliato
Forse era giusto così

(da Sally, Vasco Rossi)

Spunti di riflessione. Sollecitazioni alla costruzione di un pensiero più ampio e articolato a cui vi invitiamo a partecipare attraverso il form che segue.

Form di contatto

    Informazioni

    PERIODO
    ottobre 2023

    PRENOTAZIONI
    entro il 30 settembre 2023, compilando il form

    SOSTIENI L’INIZIATIVA
    contributo libero

    a favore di IBAN IT38Y 05034 20301 00000000 5398
    indicando nella causale: Caleidoscopio Fest 2023, nome e cognome di chi dona (se diverso dall’ordinante)

     

    Caleidoscopio fest 2022: eventi e laboratori sulla parola che cura

    Una parola si scordò di ricordare
    cos’è che doveva dimenticare
    e ogni tanto così lasciava sfuggire la verità.”
    [Renée c. Neblett, Snapshots]

    La nona edizione di Caleidoscopio fest – i colori della mente, in programma a Lodi nei giorni 7,8,10 e 11 ottobre 2022, mette al centro il tema della parola.

    La citazione in apertura è il risultato di un incontro letterario casuale, l’introduzione di un libro dal titolo La bellezza delle cose fragili. La decisione di usarla nasce dal riferimento alla parola, ma anche dal desiderio di fare dell’interrogativo che suggerisce il punto di partenza per riflessioni più ampie.

    La parola che cura ci interroga

    Perché non riflettiamo sul fatto che la parola non sempre serve?

    Proveremo a rispondere a questa domanda attraverso gli eventi del 7 e dell’8 ottobre. Momenti costruiti non a partire dalla parola, ma da narrazioni che si svolgono attraverso un fare assieme e concreto.

    Il primo. Un laboratorio esperienziale sul processo di lavorazione del cioccolato per stimolare le prospettive di alcune persone fragili e per questo svantaggiate sotto il profilo lavorativo. Tutor di questa esperienza, Federica Zacchetti e Filippo Mazzocchi del laboratorio artigianale Cioccolato 180.


    Il secondo. Un evento per chiunque vorrà concedersi una pausa tra giochi e merenda. Un paio d’ore in cui tornare bambini con i nostri bambini. In cui incontrarci attraverso il gioco e festeggiare il momento di libertà ritrovata grazie alla merenda offerta dal Comitato Soci Coop di Lodi e Tavazzano e da Cooperativa Sociale 180 , godendo del più grande spazio verde a vocazione sociale di Lodi.

    La parola che si scorda di ricordare ciò che non doveva dire può essere considerata uno sfogo fine a se stesso? Oppure è una parola pensata? J. Lacan direbbe: ”è una parola piena o una parola vuota?”

    Per Caleidoscopio fest, è una parola piena. Una parola che vive. Capace, se mortificata e costretta al silenzio per lungo tempo, di ribellarsi al suo Io cosciente e di lasciarsi sfuggire verità fino a quel momento taciute.

    Allo stesso tempo, l’idea di una parola che non si lascia imprigionare e può quindi avere effetti dirompenti, fa pensare a una cosa da maneggiare con cura.

    La parola è lo strumento privilegiato a nostra disposizione per costruire significati. Quelli che parlano di rispetto e di inclusione, che vibrano e trasformano. Ma anche significati che, al contrario, offendono, escludono, feriscono e possono impedire per sempre alla persona una crescita libera da costrizioni.

    Perché utilizziamo alcune parole e non altre?

    Perché non pensiamo alle emozioni che le nostre parole suscitano? Perché non ci chiediamo quali effetti producono?
    I contributi degli ospiti della giornata del 10 ottobre stimoleranno l’apertura di una nuova visuale sugli effetti causati dalla parola usata con colpevole disattenzione e con atteggiamento non responsabile e suggeriranno alcune risposte agli interrogativi che questo delicatissimo tema stimola.

    La parola può ferire a morte una persona o può farla fiorire. Questa espressione dovrebbe rappresentare un avvertimento costante per chi si dedica a compiti educativi e di cura. Proprio perché centrale in questi contesti, l’aspetto educativo della parola sarà il filo conduttore sia degli interventi della mattina sia delle proposte esperienziali del pomeriggio, grazie ai contributi:

    • della Professoressa Graziella Priulla che aprirà le porte sull’argomento partendo dalla non neutralità della parola. Lungi dall’essere uno strumento inerte, essa definisce invece l’orizzonte nel quale viviamo: luogo dove noi siamo le parole che usiamo e la lingua ci fa dire le parole cui la società l’ha abituata
      (Approfondisci l’intervento di G. Priulla)

    È responsabilità di ognuno di noi fermarsi sulle parole che utilizziamo per scegliere di volta in volta quelle migliori per la situazione e per la persona a cui sono rivolte. Dipende da noi parlare in modo semplice o semplicistico; caldo e partecipe oppure freddo e distaccato. Dipende da noi prenderci cura degli effetti che ne derivano

    La nona edizione di Caleidoscopio fest – i colori della mente vuole tracciare il cammino su cui muovere questo semplice (ma per questo non facile) atto di cura.

    Scarica il programma dell’evento!


     

    Caleidoscopio fest 2021 riflette sull’incontro, ovvero il tempo del lento

    L’8a edizione di Caleidoscopio fest – i colori della mente si terrà a Lodi dal 1 al 12 Ottobre 2021 e sarà dedicata al tema dell’incontro.
    Per incontrarsi, semplicemente. Per stare insieme, guardarsi negli occhi, ascoltarsi, unirsi e poi tornare a dividersi. Per ri-appropriarsi della possibilità di incontrarsi – di incontrare sé stessi e gli altri – dopo la fatica del distanziamento e la povertà di relazioni imposte dalla pandemia.

    Un invito a stare nella relazione con l’Altro, senza immaginare chiusure o isolamenti, auspicando confronti e incontri; a fare spazio agli Altri, a prendersi il tempo di sedersi ad ascoltare accettando la sfida di camminare insieme, anche su strade poco battute e non sempre comode!

    Un invito a vivere e a sostare nella dimensione dell’incontro, per assaggiare il cambiamento che si attiva nei e tra i soggetti che vi partecipano.
    Cambiamento che trasforma, attraverso un processo di metamorfosi continua. Non sempre facile, né comoda o indolore, ma spesso foriera di un piacere speciale, quasi un profumo… Quello della libertà di aver deciso il nostro atteggiamento:

    • nel lavoro di cura che, per essere tale, necessita di una inter-azione più complessa e delicata del solo scambio verbale;
    • nei confronti della vita che, per essere vera, presuppone l’incontro – con i dati di fatto del nostro stesso esistere e quindi con l’Altro – e l’agire all’interno di uno spazio intersoggettivo.

    Osho Rajneesh (mistico e maestro spirituale indiano) parlando degli incontri dice:

    (…) avvengono sempre nei momenti in cui la mente è molto libera o molto affollata: nel primo caso avvengono per donare alla nostra anima qualcosa di nuovo, nel secondo per liberare la nostra vita da qualcosa di sbagliato”

    In qualunque modo si realizzino, gli incontri richiedono intenzionalità e tempo: il tempo del lento, appunto. Quella lentezza che costruisce connessioni tra relazioni, pensieri, emozioni ed esperienze. Che le lascia depositare senza fretta, in un tempo che dilata e rilancia la conoscenza, permettendoci, fra le altre cose:

    • di conoscerci e ri-conoscerci nella relazione con l’Altro;
    • di metterci in movimento, citando il saggista e semiologo francese Roland Barthes, in “una danza di esplorazione e dispiegamenti
    • di aprirci a possibilità altre, occasione di nuovi significati, prospettive, dialoghi.

    Il contatto corporeo, mentale, emotivo e sociale con l’altro al centro del programma

    Sono queste le premesse delle esperienze che vogliamo proporre, attraverso laboratori esperienziali, incontri aperti al pubblico ed eventi dedicati ad un pubblico specifico. Ognuno di questi spazi ha l’obiettivo di stimolare il confronto e la riflessione su alcune delle possibili dimensioni legate all’incontro:

    • il lavoro per le categorie protette. Costruito sul soggetto fragile/vulnerabile, può aiutarlo a consolidare il senso di sé come persona e cittadino, a sperimentare la relazione paritaria del fare insieme, a sentirsi parte della società in cui vive;
    • il con-tatto fra il nostro corpo e il corpo dell’Altro e la dimensione del non verbale, attraverso cui ciascun corpo comunica e la relazione si esprime;
    • la relazione con il nostro stesso corpo e con le sue infinite possibilità percettive, emotive, cognitive e metacognitive;
    • la relazione con l’Altro “robotico”, di per sé senz’anima in quanto prodotto della tecnologia, ma potenzialmente in grado di sostituire le relazioni umane e di provare emozioni reali;
    • il rapporto con il pensiero dell’Altro non presente, rappresentato teatralmente e reso vivo da voci fuori campo;
    • il rapporto tra generazioni agli antipodi – nonni e nipoti – e tuttavia vicine nel bisogno di una rinnovata solidarietà sociale;
    • le emozioni degli adolescenti, dibattuti tra il desiderio di ricominciare a vivere la propria quotidianità di alunni e la paura di trovarla diversa;
    • esperienze e progetti lodigiani, finestre aperte per un futuro di maggior socializzazione, inclusione e partecipazione;
    • il piacere di godere di un momento conviviale, spazio di dialogo, scambio di riflessioni e socialità.
    L’uomo può vivere senza dialogo, ma chi non ha mai incontrato un Tu non è pienamente un essere umano”
    (Martin Buber)

     

    Consulta il programma completo di Caleidoscopio fest 2021 in formato pdf.

    Ti ricordiamo che per partecipare agli eventi di Caleidoscopio fest 2021 è necessaria la prenotazione. Usa questo link per riservare il tuo posto.

     

     

    Caleidoscopio fest 2020: Incontri online su coraggio e speranza dall’8 al 10 ottobre

    La 7ª edizione del festival dei colori della mente riflette su due virtù che ci accompagnano nella vita e ci permettono di riceverla: coraggio e speranza. Nasciamo perché qualcuno ha preso una decisione coraggiosa e ha coltivato la speranza di darci la miglior vita possibile. Venuti al mondo, siamo liberi di agire per rispondere ai nostri perché. Nel vivere la condizione del disagio psichico, così come l’isolamento pandemico, coraggio e speranza sono quanto mai importanti.

    Uno degli eventi più straordinari ed emozionanti in una famiglia è la nascita dei figli, in particolare il parto. Per descriverlo si usano espressioni come dare la vita o dare alla luce, a testimonianza dell’impegno e del significato legati al momento. La madre ha custodito per nove mesi dentro di sé suo figlio; il figlio, in quell’ambiente protetto, è cresciuto nutrendosi attraverso sua madre. Nel parto le due persone si separano. La madre dà alla vita il figlio; il figlio, venendo alla luce, la riceve.

    Al giorno d’oggi, mettere al mondo un bambino è un atto di coraggio e di speranza. Coraggiosa è la decisione di un’azione che produrrà effetti sul lungo periodo, senza poterne prevedere gli esiti. Coraggioso è il desiderio di avere un figlio non sapendo come andrà a finire. Speriamo solo che possa vivere la migliore delle vite e intorno a questa speranza costruiamo un progetto.

    Ognuno di noi spera. Quando diciamo il contrario, neghiamo solo a noi stessi il permesso di pensare alla speranza, perché abbiamo paura. Ciò che permette ad alcuni di non aver paura di sperare apertamente (o di sperare apertamente nonostante la paura) è il coraggio.

    Non il coraggio scriteriato e incosciente: parliamo del coraggio necessario a sentirsi liberi e a vivere da persone libere, guardando il viaggio della vita come un’occasione unica, da non sprecare. Il viaggio della vita si alimenta dei nostri sogni e delle nostre speranze; il coraggio, suo strumento, si basa sulla libertà di decidere e di agire intenzionalmente. Una libertà che appartiene a tutti.

    Perché decidiamo di agire?

    Per non lasciarci sopraffare dagli eventi. Per sostenere le nostre idee, anche andando controcorrente, se serve. Per vivere da protagonisti, in modo coerente, assumendoci la responsabilità delle conseguenze delle nostre azioni; senza lasciarci trascinare, sempre interrogandoci sulla direzione di marcia.
    La libertà di decidere cerca di trovare una risposta a delle semplici domande: da dove veniamo? Dove ci troviamo? Dove siamo diretti?

    Al coraggio e alla speranza dedichiamo la 7ª edizione di Caleidoscopio fest – i colori della mente. Pensiamo siano aspetti centrali per le esistenze di chi vive da vicino o in prima persona la condizione del disagio psichico. Sono ancor più centrali oggi che l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus ha amplificato gli effetti dell’isolamento, a volte opprimendoci tanto da offuscare la percezione di esserci.

     

     

    Caleidoscopio fest 2019 ci porta sui cammini del desiderio

    Dal 5 al 15 ottobre torna a Lodi Caleidoscopio fest – i colori della mente. Il tema che caratterizza il programma della 6ª edizione è Sui cammini del desiderio.

    I cammini del desiderio sono quelli che ci permettono di realizzare il compito, unico e irripetibile, per il quale esistiamo e che ci rende diversi da ogni altra persona.Cammini a volte aspri e tortuosi; cammini che a un certo punto lasciamo e a cui a volte torniamo.

    Cammini lungo i quali possiamo fare esperienza della libertà:

    • di decidere della nostra vita e continuare a sognare;
    • di guardare il mondo con gli occhi e il cuore del bambino che è in noi;
    • di essere protagonisti del futuro che vogliamo e, allo stesso tempo, di mettere le ali e volare.

    Lungo i cammini del desiderio nessuno deve dimostrare quanto sia bravo, resistente o capace; ogni persona può cogliere l’occasione per specchiarsi negli occhi di chiunque le rivolga lo sguardo.

    Scopri tutti gli eventi in programma dal 5 al 15 ottobre.

     

     

    Caleidoscopio fest 2018: Siamo matti da slegare. Viva l’umana follia

    La 5ª edizione di Caleidoscopio fest – i colori della mente decolla dal 7 al 21 ottobre 2018 a Lodi per parlarci di follia.
    Quella che fa star male, ma soprattutto quella quotidiana:
    spesso inconsapevole, perché agita inerzialmente. A volte banale, altre volte creativa al punto di

    • farci saltare l’ostacolo
    • liberarci dagli stereotipi e dai modelli
    • farci riscoprire le risorse di cui disponiamo
    • farci sorprendere di noi stessi per essere riusciti a mettere quelle risorse in gioco

    In ogni caso, si tratta di un’umana follia. Quella che al giorno d’oggi ci fa sembrare possibile vivere pensandoci il centro dell’universo, relegando le relazioni ad aspetto di importanza secondaria. In questo mondo alla rovescia, folle è chi si impegna a spiegare che per costruire le relazioni è fondamentale il passaggio dall’io al noi e che solo il rapporto e il confronto con l’altro permettono di conoscerci intimamente e di crescere.

    Sempre parlando di relazioni, l’umana follia ci ricorda che l’amore è atto folle per eccellenza, ma anche principale condizione per riscoprire il significato della nostra vita, quando di senso faremmo oggettivamente fatica a parlare. A volte rendendo possibile l’impossibile.

    Parleremo della follia che sfida lo stigma e i paradigmi socio-culturali (fondati sui binomi ricco=fortunato e senza problemi versus povero=fastidioso e senza futuro, oppure follia=psichiatria) e esce allo scoperto per mostrare la capacità ideativa e realizzativa che spesso si nasconde dietro la fragilità.

    Punteremo l’attenzione sulla responsabilità dei costrutti sociali e dei modelli educativi, istituzionali e culturali che per controllare stabiliscono a priori i limiti entro i quali si è normali ed emarginano chi non si conforma. Ma apriremo lo sguardo anche sul tratto assolutamente umano che contraddistingue la follia e che può diventare forza ed energia vitale verso il cambiamento. Daremo spazio a chi trova nella follia stessa l’energia per tornare a vivere nonostante tutto.

    Due settimane di workshop, installazioni, laboratori esperienziali, teatro, cinema e momenti di incontro; tutti appuntamenti orientati a offrire spazi di riflessione.

    L’evento, patrocinato dal Comune Città di Lodi e dall’ ASST di Lodi, è stato organizzato dall’associazione Curiosamente, in collaborazione con Cooperativa Famiglia Nuova, Centro di Psicologia e Psicoterapia Noesi, Cooperativa Microcosmi e Cooperativa Il Mosaico Servizi.

     

     

    Caleidoscopio fest, i colori della mente 2017: so-stare nell’incertezza

    Dal 7 al 14 ottobre 2017 si riaprono a Lodi le porte del festival dei colori della mente. Tema della 4ª edizione è l’incertezza, nella quale tutti siamo immersi, ma facciamo fatica a stare. Siamo un’umanità smarrita e errante, costretta a misurarsi in contesti sempre più competitivi e performativi. Per poter aspirare alla massimizzazione del profitto e del risultato, idealizziamo noi stessi e le nostre possibilità.

    Workshop, conferenze, mostre, spettacoli e laboratori ma anche momenti conviviali e di incontro: Caleidoscopio fest aprirà spazi di confronto e discussione per addetti ai lavori e a tutte le persone interessate a conoscere e sperimentarsi. Il punto di partenza saranno alcuni territori dell’incertezza con cui ci misuriamo quotidianamente:

    • quello di coloro che vivono nella fragilità e nell’emarginazione e riescono a trovare nell’immaginario una via d’uscita e di rinascita, un rinnovamento nonostante tutto;
    • quello del dolore, del fallimento e della mancanza di punti fermi che fanno pensare alla vita come a un’esperienza priva di significato
    • quello dell’incertezza e del dubbio come fonte di possibile esplorazione dei molteplici modi di stare nel mondo;
    • quello di coloro a cui è spesso stato ipotecato anche il presente e sono testimonianza attiva di come l’incertezza possa essere un motore generativo, sotto il profilo artistico ed espressivo nelle sue diverse forme;
    • quello della migrazione, ossia di coloro che si sentono stranieri nel loro paese e vedono nel continuo muoversi l’unica possibile salvezza; un’umanità errante e al tempo stesso protagonista della ricerca di un luogo felice o almeno vivibile.

    L’obiettivo è quello di aiutarci a sviluppare una personale bussola interiore che ci permetta di vivere l’incertezza come spazio in cui immaginare e creare.

    Scarica il volantino del programma completo

    L’evento è patrocinato da Città di Lodi, Comune di Casalpusterlengo e ASST Lodi. Anche quest’anno, Cooperativa Famiglia Nuova, Centro di Psicologia e Psicoterapia Noesi, Cooperativa Microcosmi e Cooperativa Il Mosaico hanno affiancato Curiosamente nell’ideazione e realizzazione del programma.

    Grazie agli sponsor che ci hanno sostenuto anche quest’anno: Il Cittadino, Coop Comitato Soci Lodi, Fondazione Cosway, Farmacia Barbieri, Farmacia Giberti, Farmacia Del Centro.
    Con noi anche realtà partner: Museo Ettore Archinti, Enorafo, Associazione Ariele, Caffè delle Arti, Istituto Einaudi e Libreria Sommaruga.

     

    Caleidoscopio fest 2016: léggere parole, parole leggère

    Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la salute mentale va oltre la condizione di assenza della malattia; è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale.

    Il tema di Caleidoscopio fest 2016, “Léggere parole, parole leggère”, è un’occasione per riflettere sulle conseguenze legate all’uso della parola. Capace di dare e togliere la speranza, oltre che strumento per conoscere se stessi e gli altri in modo responsabile.

    In questa 3ª edizione del festival dei colori della mente, il teatro ci permetterà di indagare vari aspetti:

    • àl’omosessualità, intesa come uno dei modi di vivere la sfera affettiva
    • l’odissea mentale di chi è ospite di un centro di riabilitazione psichiatrica
    • la diversità come filo conduttore che lega tutti gli esseri umani

    I laboratori esperienziali proposti tratteranno:

    • il sogno, pretesto creativo in cui la persona mostra tratti originali e inediti di sé e modo per imparare a (so)stare in un gruppo in modo non giudicante, ricco, emozionante, piacevolmente sorprendente;
    • la forza liberatrice della parola che va oltre i ruoli predefiniti nella costruzione di una relazione, per osservarne gli effetti e individuare possibilità inedite e utili a dare senso all’esperienza.

    E ancora presentazioni di libri e seminari, un’apericena solidale e una mostra fotografica sull’ex ospedale psichiatrico Antonini di Limbiate, con proiezione di video-interviste a chi ha vissuto e lavorato nel manicomio.

    Tutti gli eventi sono aperti al pubblico; si consiglia di pre-aderire scrivendo a curiosamente@curiosamente.net

    Qui la locandina col programma di tutti gli eventi.

    Caleidoscopio fest è un evento a cura di Associazione Curiosamente promosso da Cooperativa Famiglia Nuova, Centro di Psicologia e Psicoterapia Noesi, Cooperativa Microcosmi.

     

     

    Caleidoscopio fest 2015 riflette sul mettersi in gioco

    In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, Caleidoscopio fest – i colori della mente approda alla 2 a edizione e come tema di riflessione propone quello di mettersi in gioco agendo responsabilmente le proprie decisioni.

    Dal 30 settembre all’11 ottobre, il programma di eventi prevede proiezioni cinematografiche, teatro, laboratori esperienziali e seminari, progettati e offerti in collaborazione con altri partner.

    Oltre a Curiosamente, Caleidoscopio fest 2015 vede infatti la partecipazione di Cooperativa Famiglia Nuova, Comunità Oceano e Centro di Psicologia e Psicoterapia Noesi: tutte realtà lodigiane impegnate nell’offerta di servizi di cura alle persone che vivono situazioni di disagio.

    Inaugurazione mercoledì 30 settembre alle 19:30 presso il Cinema Fanfulla in viale Pavia 4, a Lodi, dove i promotori saranno lieti di accogliervi e di offrirvi pizza e un bicchiere di vino prima della proiezione del film. Fabrizio Bertamoni, filosofo a indirizzo psicoanalitico e fenomenologico e un Master in Filosofia e Cinema, ci accompagnerà nella lettura del film.

    La partecipazione al seminario di Curiosamente e ai laboratori di Noesi deve essere prenotata inviando una mail agli indirizzi indicati sul programma.
    Su richiesta, verrà rilasciato l’attestato di partecipazione ai singoli eventi.

     

     

    Caleidoscopio fest 2014: ridere è una risorsa per la salute mentale

    Dal 7 al 12 ottobre 2014 parte a Lodi e Casalpusterlengo Caleidoscopio fest – i colori della mente, 1 a edizione di sensibilizzazione al tema della salute mentale realizzata per festeggiare la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1992, da allora in tutto il mondo viene celebrata il 10 ottobre.

    Promossa da Curiosamente APS e dalla Cooperativa Sociale Famiglia Nuova, l’edizione 2014 di Caleidoscopio fest – i colori della mente vanta un programma ricco di eventi, incontri e spettacoli destinati a un pubblico vasto di cittadini, professionisti, educatori e studenti.

    Cuore della manifestazione è “Ridiamoci su”, seminario e laboratori esperienziali (iscrizione obbligatoria tramite il modulo allegato, massimo 30 partecipanti) per apprendere come l’umorismo possa essere uno strumento di igiene mentale e come la capacità di ridere e sorridere di sé possa aiutarci ad affrontare le situazioni critiche dell’esistenza.

    Il caleidoscopio, simbolo di un continuo mutamento

    Il caleidoscopio a cui si ispirano il logo e il progetto di immagine grafica, è un oggetto magico e misterioso, un tubo affascinante che incanta e svela continuamente nuove forme, nuove immagini, nuovi sensi: come una mente umana in continuo mutamento.

    Rappresenta quindi, in linea con quanto afferma l’organizzazione Mondiale della Sanità, il continuum benessere – disagio – disturbo mentale che per ognuno di noi caratterizza la dimensione della salute mentale. Perché, come ha detto Franco Basaglia, “La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione”.

    La manifestazione ha il patrocinio del Comune di Lodi e dell’Azienda Ospedaliera di Lodi. Il seminario “Ridiamoci su” è stato accreditato ECM (4 crediti).

    Cittadini riuniti nella sala di Casa San Giuseppe per l'assemblea cittadina sulla salute mentale

    Assemblea Cittadina Lodi, gli esiti

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    La salute mentale non è una questione sanitaria

    Perché un’Assemblea Cittadina per parlare di salute mentale

    Le ragioni sono state richiamate in apertura dell’Assemblea cittadina di Lodi dello sorso 8 giugno dallo stesso Don Virginio Colmegna: la salute mentale è un bene comune. Non una questione sanitaria, ma la condizione indispensabile per il benessere di ognuno. Richiede la centralità del servizio sanitario pubblico ma, soprattutto, una trasformazione culturale e un cambio di paradigma.

    Don Virginio Colmegna, presidente Associazione Casa della Carità e Campagna per la salute mentale

    La cornice dell’Assemblea cittadina di Lodi rientra nell’azione promossa da Casa della carità  per  la Campagna per la salute mentale presieduta da Don Virginio Colmegna, in collaborazione con sei capoluoghi di provincia lombardi tra cui Lodi. È stato un momento di confronto importante. Occasione per:

    • rilanciare l’importanza della salute mentale come tema che riguarda la vita di ogni persona 
    • stimolare l’attenzione su alcune questioni determinanti per riportarla al centro di un dibattito comunitario
    • condividere alcune proposte  

    Chiunque lo desideri trova qui la registrazione della prima Assemblea Cittadina lodigiana sul tema della salute mentale. Per approfondire gli interventi preordinati di cui proponiamo una sintesi, ma anche per ascoltare i contributi arrivati dal pubblico. 

    Occorre una nuova narrazione della salute mentale

    A partire dal ruolo dei Dipartimenti di Salute Mentale e Dipendenze e della psichiatria, a 45 anni dalla così detta Legge Basaglia, non più al centro dell’attenzione. Il richiamo proviene dal Dott. Giancarlo Cerveri, direttore della struttura. Dott. Giancarlo Cerveri, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze - ASST Lodi Di salute mentale si è cessato di parlare e questo ha innescato una serie di conseguenze a cascata a cui occorre porre rimedio riportando il tema della salute mentale alla sua originaria dimensione comunitaria.

    In questa direzione, prosegue Paola Arghenini di Caritas Lodigiana, è urgente considerare la persona a partire dalla specificità e complessità della sua storia. Non solo dal punto di vista sanitario.

    Occorre costruire reti di relazioni e una proposta di formazione comune. Fondata su tutti i determinanti della salute e pensata per chiunque voglia fare della cura dell’Altro la propria professione o missione. Figure nuove e più adatte alle esigenze attuali, capaci di operare con un approccio olistico e multidisciplinare.

    La multidimensionalità dello sguardo necessario a costruire una nuova narrazione non può evitare di posarsi sulle carceri, sulle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) e sulle persone in questi luoghi trattenute.

    Mara Valtorta e Francesca Panella, volontarie di Loscarcere lodiNe hanno parlato Mara Valtorta e Francesca Panella, volontarie di volontarie di Loscarcere Lodi e le loro voci hanno descritto una situazione allarmante. Luoghi in cui sofferenza e isolamento si scontrano con l’incapacità del sistema di dare risposte adeguate. Contesti che devono interrogarci in merito all’efficacia dell’azione riabilitativa che sono chiamati a svolgere.

    Riparte da qui la seconda parte degli interventi preordinatiDalle ripetute indicazioni sulla complessità, trasversalità e crescita delle richieste di salute mentale.  Per questi motivi, da considerare non una questione sanitaria ma la condizione necessaria al benessere della persona.

    Anna Garbelli, presidente di Curiosamente APS ne parla come questioni che oggi possono essere affrontate solo lavorando insieme e mettendo a profitto tutte le risorse del territorio. La valorizzazione e il riconoscimento del ruolo di Associazioni, famigliari e utenti rientrano a pieno titolo nel cambio di paradigma invocato da Don Virginio Colmegna.

    Figure esperte per esperienza e per questo risorse importanti nelle azioni di sostegno alle persone con disagio mentale e alle loro famiglie e di prevenzione. 

    Letizia Persico Mollica, vice presidente associazione Il Magnete APSLa scuola è un’altra di queste risorse e ha un ruolo chiave nella promozione della salute mentale. A partire dalla prevenzione degli atteggiamenti di bullismo, come racconta la vice presidene di Il Magnete APS Letizia Persico Mollica.

    È fondamentale educare i bambini e i ragazzi a riconoscere e gestire le emozioni, a costruire relazioni sane e a rispettare le diversità.

    Chiunque abbia un ruolo di “adulto educante”, a scuola e non solo in famiglia, deve interrogarsi continuamente sul suo compito. Con riguardo al momento specifico e agli obiettivi di istruzione e civici che vuole raggiungere. Ricordandosi che la scuola è il primo luogo di sperimentazione delle relazioni. 

    Il cambio di paradigma riguarda anche il tema della disabilità. Il decreto legislativo 62/2024 usa la parola per indicare tutte le situazioni di perdurante deficit di abilità, incluso quello mentale. Per molti di noi, ancora troppo spesso, termine per indicare la sola condizione delle persone con disabilità motoria e quella dei loro caregiver familiari. Giovanni Barin, vicepresidente Genitori Tosti in tutti i posti e Anna Garbelli, presidente Curiosamente APS

    La situazione è stata ben descritta da Giovanni Barin, vice presidente di Genitori Tosti in Tutti i Posti APS. Persone che conducono una vita di grande sofferenza e sacrificio per mancanza di alternative e ancora aspettano dallo Stato italiano un riconoscimento concreto e un sostegno adeguato.

    In conclusione I referenti del terzo settore lodigiano organizzatore dell'Assemblea e promotore di una salute mentale bene comune

    La salute mentale è un tema complesso e trasversale che richiede l’impegno di tutta la società. 

    L’eredità di Basaglia ci ricorda che è anche un diritto fondamentale in quanto riguarda l’esistenza della persona. Il suo modo particolare di voler abitare il mondo e le relazioni.

    Per questi motivi ci piace pensare che l’Assemblea cittadina di Lodi sia stato il primo passo per riaccendere i riflettori su questo tema cruciale. 

    L’occasione per costruire un primo intreccio di fili. Rete di relazioni capace di generare un pensiero comune per un bene comune. Un percorso di comunità, alleanze e lavoro sinergico al servizio e nel rispetto della libertà della persona e non al suo controllo. 

    Nel tempo, una società più inclusiva e solidale.